Notizie

Maggio 2019, le interviste ai Nostri Nonni Operai


9 Marzo 2020, la Società Operaia l’Unione di Francofonte, nel rispetto delle ordinanze sindacali e a causa della “Pandemia di Covid 19”, interrompe le proprie attività.


5 Maggio 2020, sanificazione anticovid.


8 Giugno 2020, trascorsi tre mesi dalla chiusura imposta dalle ordinanze sindacali, la Società’ Operaia di Francofonte riapre cautamente e nel rispetto delle indicazioni sanitarie i propri locali sociali.


1 Novembre 2020, la Società Operaia l’Unione di Francofonte, nel rispetto delle Disposizioni Ministeriali e delle Ordinanze Sindacali  in tema di “Pandemia”, interrompe le proprie attività, sine die.


8 Febbraio 2021, tinteggiatura di alcune sale del Sodalizio e sanificazione anticovid.


7 Giugno 2021, la S.O.M.S. di Francofonte riapre, cautamente e nel rispetto delle indicazioni sanitarie,  i propri locali sociali.


 

Al tempo del Covid-19

Il Coronavirus prende il nome dalla forma che questo virus presenta al microscopio elettronico, proprio di una corona.
Il Covid-19 è l’acronimo di Co-rona VI-rus D-isease(malattia in lingua inglese) scoperto nell’anno 20-19 ed è un virus che fa parte della famiglia dei Coronavirus.
Il temine corona ricorda la corona ferrea o corona di ferro. Essa è un’antica corona conservata presso il Duomo di Monza,
ed ha un importantissimo valore storico: divenne il simbolo stesso del Regno d’Italia e fu utilizzata per incoronare Carlo V d’Asburgo, Napoleone e Ferdinando I.
Ancor prima, nel X secolo, fu utilizzata per l’incoronazione di Berengario I.
Essendo stata anche l’insegna dell’impero sacroromano-germanico, rimane a tutt’oggi l’antica aspirazione all’unità dell’Europa, una volta piano autoritario di re e imperatori, oggi obiettivo democratico progressista che il vecchio continente sta ancora tentanto di attuare.
Una corona, però, che sta rendendo unito il Popolo Italiano e probabilmente unirà tutti i popoli  per combattere un unico nemico, il Covid-19.
Tuttavia il prezzo da pagare è molto alto in termini di vite umane e ciò non trova alcuna giustificazione se non nella cupidigia umana.
La paura dell’incerto destino, i dubbi sulla fonte propagatrice, gli accorgimenti e le precauzioni  d’adottare oltre le regole imposte dal governo finanche le disposizioni sindacali, non alzano il morale della popolazione ma rimangono l’unica alternativa in assenza di farmaci di comprovata efficacia, in attesa dell’agognato vaccino.
Intanto la popolazione è “invitata” a restare nelle proprie abitazioni per evitare il contagio di “prossimità”, il distanziamento sociale, ma non tutti possono permettersi ciò anche se il motto “state a casa” ricorre continuamente.
Le ragioni sono varie:
è necessario uscire di casa per l’acquisto di farmaci, per fare la spesa, per recarsi dal medico, per far fare i bisognini ai propri cani, per acquistare ricariche telefoniche o prodotti necessari alla comunicazione e poi c’è tanta gente che necessariamente  deve recarsi a lavoro.
Si il lavoro,  perché non tutti hanno la possibilità di aderire allo “SmartWorking” modalità simile al “lavoro agile”, che prevede l’utilizzo delle nuove tecnologie per svolgere il lavoro dalla propria abitazione senza limiti temporali ma per obiettivi.
Purtroppo i medici ospedalieri, il personale infermieristico, gli autisti, gli operatori ecologici, le forze dell’ordine, i tecnici delle telecomunicazioni, dell’elettricità, delle poste, i portuali, le badanti, i ricercatori, i bancari, gli addetti ai supermercati…, non possono lavorare rimanendo nelle proprie abitazioni.
Essendo vietati i contatti, gli assembramenti, le riunioni, non si celebrano matrimoni, cresime, comunioni, battesimi, funerali e si muore praticamente soli, senza gli affetti dei nostri cari.
C’è da riscontrare che, negli ospedali, sono stati almeno un milione i ricoveri rimandati da quando è stata dichiarata dall’OMS la pandemia, tra i quali oltre mezzo milione sono solamente gli interventi chirurgici non urgenti, che vanno dalla protesi d’anca all’ernia del disco, passando per la chirurgia dermatologica. Lo afferma Americo Cicchetti, direttore dell’alta scuola di economia e management dei sistemi sanitari dell’Università Cattolica di Roma.
Non si festeggiano le lauree, le promozioni, le festività civili e religiose.
I locali pubblici sono chiusi, i trasporti contingentati, tutti i negozi chiusi tranne quelli che vendono prodotti alimentari, per la casa e i monopoli di stato.
Di contro l’aria è pulita, non c’è traffico, la soglia del rumore si è abbassata notevolmente, le strade deserte o quasi.
Si vive in casa ma grazie alla tecnologia non si rimane isolati.
I mass-media e i social network, aiutano a trascorrere le giornate.
Quasi tutti si avvalgono di personal computer e telefoni cellulari per stabilire i contatti con l’esterno.
Per chi si trova in difficoltà c’è la possibilità di fruire delle prestazioni dei volontari della Protezione Civile o Associazioni similari che si prestano a portare la spesa alimentare e i farmaci  di necessità fino a casa dei richiedenti.
La politica governativa fa quel che può. Non ci sono manuali, ogni giorno il governo emana nuovi decreti legge, autocertificazioni, disposizioni.
I Governatori delle Regioni stabiliscono quali e quanti posti di rianimazione, basandosi sulle disponibilità di mezzi, macchinari, strutture anche non ospedaliere e considerando il numero degli operatori del settore.
I Sindaci, attraverso le “ordinanze sindacali”, si curano d’isolare il territorio comunale dal contagio di “migrazione”.
Nei salotti televisivi tutti dicono tutto di tutti, le fake news (nuovo inglesismo per indicare le notizie false) la fanno da padrone mentre gl’influencer (altro inglesismo per indicare quei soggetti che trascinano le masse usando i social network) propongono di tutto e di più.
Anche i “politici di grido” non evitano le occasioni per dire e inveire sulle scelte governative e alcuni sovranisti si ergono a “salvatori della patria e detentori del vero”, ripetendo continuamente che se fossero loro al governo già avrebbero provveduto …
Facile per loro fare populismo sulla scia della tragedia e sulla paura che questa “pandemia” trascina con se.
Tanti si chiedono, (sarebbe triste scoprirlo un giorno) se qualche scienziato pazzo abbia aperto il “Vaso di Pandora”.
L’uomo, infatti, non è scevro a questi episodi. Non possiamo dimenticare, tanto per fare un esempio, la fine che fece “l’Acacia del deserto del Tenerè”, unico albero e unica forma di vita nel deserto più isolato al mondo, la quale venne investita nel 1959 e successivamente nel 1973 da un camion.
A Nostro Signore Gesù Cristo fu posta sul capo una corona di spine, adesso è il nostro turno a portarla.
Per ricordare i quaranta giorni di patimento di Cristo nel deserto del Giordano si celebra la Quaresima.
Siamo in quarantena e restiamo a casa ma come dovrebbe fare chi una casa non ce l’ha?
Che cosa si fa a casa propria?
Si prevede e ci auguriamo che a fine anno ci sia almeno il 15% di nascite in più.
Che si possa riscoprire la lettura di un buon libro, magari le 100 novelle scritte dal Boccaccio nel suo “Decameron” durante la pestilenza del 1348 a Firenze o i “Promessi Sposi” scritti dal Manzoni ambientando il suo romanzo nel periodo della peste di Milano nel 1630, tanto per restare in tema.
La pandemia però non ferma le guerre. Il Papa ha pregato e chiesto ai vari stati del mondo di sospendere le ostilità, ma l’invito pare sia caduto nel vuoto.
Le scuole sono state chiuse e i docenti, di ogni ordine e grado, impartiscono le lezioni ai discenti attraverso le applicazioni di video online. Gli esami di laurea si svolgono in streaming.
Le ricette si ottengono telefonando al proprio medico di base il quale fornisce posologia e indicazioni farmacologiche inoltre trasmette un numero col quale gli assistiti, recandosi in farmacia, preleveranno i farmaci prescritti.
Per accedere nei luoghi esercenti le attività consentite, vendita di generi alimentari, rivendite di tabacchi, uffici postali etc., necessita il mantenimento di una distanza di circa un metro gli uni dagli altri, pertanto in base alle dimensioni del luogo capita che solo un cliente può essere servito.
I luoghi di culto sono chiusi. La messa, per esempio, viene trasmessa attraverso le emittenti televisive o/e in streaming dai vari luoghi di culto.
Non sono permessi assembramenti, occorre compilare un modello di autocertificazione per giustificare gli spostamenti consentiti, non si può circolare coi mezzi pubblici o privati senza adoperare i DPI(Dispositivi di Protezione Individuali) tipo guanti in lattice e mascherine sanitarie.
Chi muore non può essere accompagnato nel luogo di sepoltura, né funzione religiosa. Chi è infetto da CoVid-19 non può ricevere visite di parenti, famigliari, amici, conoscenti; non può ricevere l’estrema unzione.
I cadaveri, per mancanza di posti cimiteriali, vengono cremati.
I malati sono assistiti dal personale sanitario che provvede a smistare nei vari reparti di rianimazione i contagiati da Covid-19, isolandoli.
I restanti, affetti da altre patologie, vengono ricoverati solo se estremamente necessario e per situazioni non differibili.
Chi accusa i sintomi influenzali deve rimanere nella propria abitazione e avvisare il proprio medico che darà loro le indicazioni da seguire o fornirà i numeri da chiamare per ricevere assistenza domiciliare. Solo i casi gravi vengono ospedalizzati.
Aspettando la catarsi è necessario fare alcune considerazioni pratiche; in questo nostro mondo “tecnologico” ci sono popoli che soffrono la carestia, che combattono guerre di “religione”, etniche, politiche.
C’è chi sopravvive nella miseria, escluso da qualsiasi supporto assistenziale, chi vive isolato per scelta o per legge, chi vive rinchiuso in carceri sovraffollati, chi deve assistere gli ammalati.
In questo periodo d’emergenza stiamo rivalutando, anche politicamente, alcune figure: i medici, in generale tutti gli operatori sanitari, i volontari, le forze dell’ordine, per fare qualche esempio ma desidero aggiungere ad essi alcune categorie di lavoratori che, non menzionate, ritengo siano altrettanto importanti per la comunità.
Non dobbiamo dimenticare che tutta la nostra tecnologia senza l’Energia Elettrica non funzionerebbe, senza le connessioni internet saremmo isolati dal mondo, senza i ripetitori radio – televisivi non avremmo i servizi network. Una moltitudine di tecnici 24 ore al giorno in turnazione si occupano di rendere “normale” la nostra esistenza.
Concludo dicendo che le fake news(false notizie) che stanno imperversando su web, rendono la vita ancora più difficile in questo periodo della nostra vita pieno di stranezze;

ovvero per ultima questa pandemia da covid-19, 7 anni con due pontefici, il ritorno al populismo, il negazionismo, i vasti incendi, l’innalzamento della temperatura, lo scioglimento dei ghiacciai perenni, il buco nell’ozono, lo smog, la formazione di isole di scarti di materiale plastico negli oceani, l’inquinamento diffuso, i frequenti terremoti, le tante guerre, gli attentati e le stragi di innocenti, la fame e le carestie dei popoli oppressi, le epidemie, la povertà e le eccessive ricchezze in mano a pochi privilegiati, l’analfabetismo, le dipendenze, lo sfruttamento, la pedofilia e lo sfruttamento del lavoro minorile.
In Italia poi abbiamo i ponti autostradali che crollano, le diseguaglianze sociali, le carceri superaffollate, i giovani che sono costretti ad emigrare per mancanza di lavoro, la troppa burocrazia,  la corruzione e la concussione, l’abusivismo edilizio, i rifiuti tossici bruciati dalla camorra nella “terra dei fuochi”, le mafie, il capolarato, gli immigrati da gestire per non farli morire in mare, provenienti dalle terre più povere e desolate del pianeta.

Francofonte, 17 Febbraio 2020.

Paolo Gallo